Come controlli e inchieste
prevengono le tensioni sociali
Le attività di contrasto e di denuncia del caporalato sono alla base di un modello vincente nella lotta contro lo sfruttamento del lavoro, come dimostra l’esempio di Canelli, la città del vino che sorge nel Monferrato. Qui l’attività repressiva, unita a una forte presa di coscienza del territorio rispetto alla presenza d’individui fuorilegge che sfruttavano i braccianti, hanno fatto la differenza.
Le ispezioni delle forze dell’ordine e le inchieste dei media hanno creato scalpore e infastidito gli abitanti locali, ma hanno anche arrestato il fenomeno. La comunità ora è consapevole del fatto che, oltre a degradare l’esistenza dei lavoratori, lo sfruttamento impoverisce tutti, genera tensioni sociali e insicurezza, crea concorrenza sleale e mette a repentaglio l’immagine di un luogo considerato un’eccellenza nel mondo del vino.
Questo messaggio ha sgretolato il substrato di silenzio e connivenza in cui la filiera dello sfruttamento germogliava. Accettare di lavorare e produrre rispettando le regole, ha contribuito alla serenità collettiva e ha rafforzato l’immagine del territorio nel mercato.