Il riscatto
del bracciante

Quelle catene spezzate
dalla legge e dal mercato

Ventisette mila ettari coltivati a pomodoro, 27 milioni di tonnellate di raccolto ogni anno, la provincia di Foggia è il più grande giacimento di Oro Rosso al mondo. Ma è anche diventata l’esempio per eccellenza dello sfruttamento in agricoltura e del fenomeno del caporalato, “la schiavitù del Ventunesimo secolo”, la definisce il presidente della cooperativa Casa Sankarà, nata nel 2013 come alternativa al ghetto di Rignano.

Cinquemila braccianti stranieri “arruolati” ogni anno, una manodopera gestita spesso con metodi mafiosi. Ma la legge 199 del 2016 sta dando i primi frutti. L’obbligo dei contratti emancipa i lavoratori sul territorio (alloggi, assistenza sanitaria, permessi di soggiorno), mentre per gli imprenditori la scorciatoia dell’illegalità è sempre più pericolosa anche perché ora è il mercato (la grande distribuzione) a pretendere trasparenza e certificazioni. Inoltre nei campi cresce l’utilizzo delle macchine e di una manodopera specializzata e quindi regolare.

Battaglie
pericolose

Le terre confiscate
vanno messe a frutto