Dove la filiera tecnologica
forma il bracciante di domani
Innovazione e formazione, strumenti per arginare l’illegalità in agricoltura. Ma più tecnologia non significa anche meno manodopera? C’è una buona pratica che fa scuola in questo senso, ed è la società Finagricola nella Piana del Sele, provincia di Salerno.
Si tratta di una cooperativa leader nella produzione di ortaggi freschi e conserve vegetali, 400 ettari lordi di coltivazioni, 33 mila tonnellate di venduto e una filiera completamente integrata, dal seme alla consegna per lo scaffale. Il “più grande orto d’Italia” è riuscito a conciliare tecnologia e occupazione, formazione e attenzione per il tessuto comunitario. “Investiamo in una manodopera sempre più formata”, dice Massimo Staiano, direttore di stabilimento. “Parliamo di circa 50 corsi l’anno per circa 900 lavoratori, sia stagionali (anche stranieri) che dipendenti a tempo indeterminato”.
Finagricola garantisce lavoro a quasi duemila persone tra addetti alle linee in stabilimento e nelle serre. Risorse umane competenti presuppongono contratti e il rispetto dei diritti del lavoratore.